giovedì 29 ottobre 2009
lunedì 26 ottobre 2009
The Acid Eaters - S/t - CD-ep (Autoprodotto)
(Vom) Tabula rasa. Negli ultimi anni la malasorte, le siringhe spiritose e malattie infami stanno inesorabilmente annientando una generazione newyorkese che ci ha lasciato un patrimonio culturale inestimabile. A questa generazione, ormai più dead che blank, sono devoti gli Acid Eaters. Il nome scelto non vi tragga in inganno, poiché non siamo al cospetto dell’ennesima band che scimmiotta i Ramones. L’ispirazione dichiarata è ovviamente quella, ma i cinque ragazi della provincia di Cremona hanno saggiamente ampliato i loro orizzonti, rimanendo comunque fedeli all’orbita del Cbgb’s e Max’s Kansas City.
L’iniziale “Let’s take a trip” setta fin da subito la velocità di crociera su battiti che ricordano molto più il live del 1979 degli Heartbreakers che il “Loco live” dei finti fratellini. Rock’n’roll e riff caldi come un bel paio di cosce, o, se preferite, proto-punk di quello che ci è stato tramandato dalle Bambole di New York. Qua e là affiorano soluzioni melodiche che riaggiornano il panorama pop punk, ma senza mai cadere nella trappola del miele a buon mercato. Sei brani in tutto, i cui primi cinque spiccano per piacevolezza. Merita una menzione speciale la bellissima voce di Mike, il quale, in “Johnny Boy” - complici i cori - scala vette sopra alle quali i Barracudas piantarono una salda bandiera. Una bellissima rivelazione.
L’iniziale “Let’s take a trip” setta fin da subito la velocità di crociera su battiti che ricordano molto più il live del 1979 degli Heartbreakers che il “Loco live” dei finti fratellini. Rock’n’roll e riff caldi come un bel paio di cosce, o, se preferite, proto-punk di quello che ci è stato tramandato dalle Bambole di New York. Qua e là affiorano soluzioni melodiche che riaggiornano il panorama pop punk, ma senza mai cadere nella trappola del miele a buon mercato. Sei brani in tutto, i cui primi cinque spiccano per piacevolezza. Merita una menzione speciale la bellissima voce di Mike, il quale, in “Johnny Boy” - complici i cori - scala vette sopra alle quali i Barracudas piantarono una salda bandiera. Una bellissima rivelazione.
Contatti:
Wild Zeros – S/t – 10” (Frantic City)
(Vom) Torna la fidata Frantic City assieme ai Wild Zeros, selvaggi francesini che ho già elogiato sulle pagine fisiche di Bam! Magazine. A questo giro il formato si è espanso di ben 3 pollici, rispetto all’ottimo 7” d’esordio, per meglio accogliere dieci brani che rivangano territori già concimati da Infections e Mummies. Le coordinate garage-punk sono quindi immutate, e, nel caso doveste avere dei dubbi, nel lato B trovate due cover – piuttosto scontate, invero – ben eloquenti: “I can only give you everything” e “I never met a girl like you before”.
Invariata anche la foga e la sporcizia a base di farfisa e fuzz, le loro armi vincenti con le quali prendono le distanze sia dai garagers ortodossi sia dai neo minimalisti post-punk. Tutto sommato un disco piacevole, rabbioso e ricco di “storia”. Duole però constatare che, se sulla breve distanza i Wild Zeros lasciano una scia infuocata, lungo il percorso di questo mini-lp l’attenzione non sempre rimane desta. Un discreto 10” per gli orfani della distorsione e per chi non ne può più dei gruppi con i muscoli atrofizzati. Limitato a 300 copie.
Invariata anche la foga e la sporcizia a base di farfisa e fuzz, le loro armi vincenti con le quali prendono le distanze sia dai garagers ortodossi sia dai neo minimalisti post-punk. Tutto sommato un disco piacevole, rabbioso e ricco di “storia”. Duole però constatare che, se sulla breve distanza i Wild Zeros lasciano una scia infuocata, lungo il percorso di questo mini-lp l’attenzione non sempre rimane desta. Un discreto 10” per gli orfani della distorsione e per chi non ne può più dei gruppi con i muscoli atrofizzati. Limitato a 300 copie.
Contatti:
sabato 17 ottobre 2009
Devastator - Underground'n'roll - CD
(Vom) Spiace ammetterlo, ma questo disco scorre senza lasciare traccia. Brutto scriverlo come prima frase, ma è necessario essere schietti. La colpa non è da imputare totalmente ai testi da wannabe Tankard o Meatmen, che invece finiscono per suonare un po' forzati se non infantili, a partire dai titoli ("Smash metal drink beer", "Sambafukka orchestra" and so on). E' forse un limite della mia anzianità ma credo che anche nell'irriverenza o nel divertentismo senza limitismo ci voglia un po' di sale. Ma veniamo alla musica, che è il punto di forza ma anche la zavorra di questi giovani lucchesi. Applausi per la scelta di innestare hard rock, metal, thrash e altre cosacce sporche in questo "Underground'n'roll". Il risultato è ottimamente suonato e dal vivo sono certo dispensino calci nel culo e gavettoni d'adrenalina a profusione... peccato che i brani in sé non siano indimenticabili. L'ho ascoltato più volte, ma l'unica conclusione che sono riuscito a trarre è che li preferisco di gran lunga quando si dedicano alla velocità stile Bay Area, guidati come sono da un batterista che macina come trattore. Quando invece surfano sulle onde del fast'n'roll roccioso, il paragone con i contemporanei Antares o Greedy Mistress - per rimanere in Italia - è impietoso e fa capire che quello che a manca loro sono idee e riff non banali. Pur riconoscendo la genuinità della loro proposta, non posso caldeggiarne l'acquisto. Se però passano dalle vostre parti, andate a sbattere la testa sotto al palco.
Contatti:
http://www.devastator.it/
venerdì 16 ottobre 2009
The Last Rapes Of Mr Teach - St - 7" (Les Disques Steak)
(Vom) Dopo il buon singolo su April 77, tornano i francesi LROMT e lo fanno con rinnovata convinzione. Se l’esordio non permetteva di inquadrarli per via della sua brevità, con queste 4 canzoni abbiamo l’opportunità di assaporare un po’ più a lungo la pasta di cui son fatti i ragazzi. Gli ingredienti sono sapidi e vecchi come i campi di cotone, ovvero il rock’n’roll e i suoi impulsi più sanguigni, cosa che li avvicina ai suoni della scuderia Rob’s House, Gaye Blades in primis. Vitali bestie da party, quindi, ma il divertimento che ci offrono ha un che di sinistro. L'A side ci mostra il loro lato più ruvido, con l’iniziale “The blood of another man” che ha il piglio dei migliori Mojomatics, mentre, a seguire, la splendida sfuriata r’n’b, “I saw a corpse”, ribadisce che un uragano può essere anche acustico. Il lato B invece dà spazio a gioiose atmosfere voodoo, tamburelli indolenti ed un andamento drogato che rendono questo 7” un oggetto da far girare sotto alla puntina più e più volte.
A breve verranno in tour in Italia, dove promuoveranno anche il loro terzo parto, lo split con i Movie Star Junkies.
Contatti:http://www.myspace.com/thelastrapesofmrteach
http://www.myspace.com/disquessteak
Iscriviti a:
Post (Atom)