(Vom) Dall’Italia fuggono cervelli, mani, piedi ed ugole, quindi non mi stupisce che anche Matteo Perra dei Rollercoaster, forte delle sue qualità detroitiane, abbia trovato rifugio oltreoceano. In fondo ha ragione su più livelli: i come on della Motor City danno diritto ad un passaporto r’n’r trasversale, che deve essere vidimato negli States (oppure a Perth, se si preferisce l’altro emisfero), soprattutto quando la propria terra natia schifa i profeti.
Dopo anni di fuzz e wah wah, i nostri tornano con un ottimo e.p., registrato nella torrida e tremebonda California. Se sulle spalle di “Change is due” e “Between seeing and not seeing” è appoggiata la mano benevola di Ron Asheton, i momenti che più scuotono il cuore sono “Soul on fire” e la conclusiva titletrack. Quello che è propriamente detto proto-punk slitta di una decade e proietta ombre di Gioventù Sonica, per poi balzare nuovamente indietro, nell’acido texano dei 60’s.
Chi ha amato il risorgimento garage punk negli anni 80, non potrà che commuoversi con “Unfinished business”: vibrante dei migliori momenti paisley che si possano immaginare, ma, quando la mente è ormai adagiata su languidi lidi che risuonano lontanissimi dai nostri, ecco sorgere dal profondo degli ampli un organo figlio del progressive italico... ed è tripudio. Una traccia che è uno scintillante biglietto da visita. Una band che sarebbe sciocco lasciarsi sfuggire.
Contatti:
http://www.rollercoastertheband.com/
http://soundcloud.com/agiantleap/sets/rollercoaster-unfinished-business
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