giovedì 18 dicembre 2008

Intervista a ZOLA JESUS



Era il 2 agosto, alle 2.30 circa del mattino.
Mi trovavo a Tokyo, sul balcone del mio hotel nel quartiere di Asakusa, esattamente di fronte ad un parco giochi. Era stata una giornata terribilmente afosa, nonostante un'incessante pioggerellina. Poco prima di andare a letto, stordito dalla melensa malinconia che emanavano le giostre spente e coperte da teloni, ho preso ad ascoltare "Poor sons" di Zola Jesus.
Quel 7", assieme a "Soeur Sewer", per me avrà sempre il sapore di quell'abbandono. Zola Jesus è uno scheletro gotico, fatto di barcollanti trame sintetiche, scricchiolii elettronici e voci che rompono la quiete.
Madre di queste canzoni è Nika, una ragazza di Madison che ha aggiunto nuove e più vivide sfumature ad una scena oltre-punk americana in cui, da un anno a questa parte, hanno capeggiato Blank Dogs e Pink Reason.
Ho chiacchierato a lungo con l'adorabile Nika la quale, come leggerete, ha confermato l'aura ansiogena di cui trasuda la sua meravigliosa musica.



Attraverso quali sentieri sei giunta al debutto? Cosa facevi prima che nascesse questa bellissima creatura battezzata Zola Jesus?

Zola Jesus mi fa compagnia da molto tempo. Davvero, penso che simbolicamente faccia parte di me da sempre. Ho studiato lirica per 10 anni e sin da piccola covavo il desiderio di essere una specie di incarnazione d’una musicista. Incominciai a frequentare la Juilliard a 10 anni (La Juilliard School di New York è una delle più rinomate scuole di arte, musica e spettacolo al mondo N.d.r.). Dopo un po’ mi ritrovai ad essere sfinita ed abbandonai gli studi musicali. Inoltre, prima di ogni performance importante, venivo assalita da un’ansia terribile e perdevo la voce. Ho passato un paio d’anni in cui non ho quasi mai cantato una nota; successivamente ho tentato di scrivere delle canzoni ma mi scontravo ogni volta contro la mia autocritica, quindi rinunciavo. Alla fine mi sono comprata una tastiera ed ho registrato “Soeur Sewer” in una sola notte, nonostante fossero anni che praticamente non cantavo.
Quella stessa settimana ho ricevuto lamentele per il rumore dai miei vicini mentre la Sacred Bones si è offerta di pubblicarmi il 7”.

Essendo Zola Jesus un progetto eminentemente solista ed intimo, mi chiedo quale sia il tuo stato d’animo quando ti appresti a comporre una canzone. E’ un processo doloroso?

Soprattutto a causa del rapporto che ho con la mia voce, è sempre stata un’esperienza simile alla tortura. Il processo di scrittura di un brano solitamente dura un paio di settimane… ma a volte anche mesi. La mia produzione è molto tesa a causa di tutte le mie ansie: credo sia questa la fonte di tutta la tensione che ritrovi nella mia musica. I miei brani sono sempre incentrati su temi quali l’alienazione, la vulnerabilità, la corruzione, e, più vividamente, la poetica dell’Apocalisse. In ogni mia canzone indugio sempre su questo aspetto… anche se il mio stile compositivo è vario, credo che sia questa caratteristica “essenziale”, innata, a tenere assieme tutto il mio operato.


L’intensità e l’immenso charme dei tuoi brani mi hanno colpito quasi come fossero demo inediti di Nico. Mi sapresti dire in cosa consiste uno show di Zola Jesus? E’ più vigoroso e distorto rispetto ai due 7” che ho ascoltato, considerando anche che durante i concerti sei accompagnata da Dead Luke?

Un mio live consiste in un’incredibile backing band, prima di tutto. Sono veramente dei musicisti eccezionali e credo che in parte sia decisamente merito loro se un mio concerto risulta essere così particolare. Dead Luke suona il synth, mio fratello Max Elliott (ora nuovo acquisto della famiglia Sacred Bones) suona un tom, mentre la mia amica Lindsay Mikkola, una contrabassista con studi classici, ha iniziato a suonare il basso elettrico proprio con Zola Jesus. Lindsay ed io ci siamo conosciute tramite Kevin / Pink Reason, con il quale ha suonato in passato. I miei concerti si differenziano molto dalle registrazioni. Le canzoni, durante un nostro live set, hanno una struttura molto libera, quindi c’è molto spazio per l’improvvisazione estemporanea. Adoro suonare dal vivo perché mi permette davvero di sperimentare e giocare in maniera stramba con la mia voce. E’ un momento oltremodo intenso e catartico per me.




Poco fa hai detto che “Soeur Sewer” ti ha introdotto alla corte della Sacred Bones. Come hanno scoperto la tua musica? E per quanto riguarda la Die Stasi?

Ho conosciuto la Sacred Bones grazie a Dead Luke e mi sono innamorata delle sue uscite. Era come fosse l’etichetta dei miei sogni, quindi, quando mi ha approcciato offrendosi di pubblicarmi un 7”, ero euforica. Die Stasi mi ha contattato nello stesso periodo, e da subito mi sono sentita molto vicina alla filosofia di Lane ed ero assai eccitata di lavorare anche con lui. Sono stata fortunata a lavorare con persone così genuine e piene di passione.


Hai detto di aver studiato lirica per 10 anni: qualcuno degli insegnamenti di quegli anni accademici è tuttora riscontrabile nella tua musica?

Non sono mai riuscita ad accettare uno studio canonico. Quand’ero giovane, il mio insegnante di canto mi insegnava ad utilizzare la voce in un modo che per me non aveva senso, così dovevo inventarmi un metodo tutto mio. Ciò mi ha dato l’opportunità di utilizzare strani metodi, quasi avant-garde. Comunque la mia voce è quella che senti per via del mio passato classico: è una voce allenata. Ho provato a cambiarla ma ormai ho imparato a conviverci. Avere un background operistico mi permette di tentare soluzioni astratte con la voce, proprio perché ne conosco la “scienza”. A volte devo manipolare il mio corpo per ottenere una certa sonorità: la voce non è solo uno strumento, ma anche un muscolo. E’ un dualismo che incoraggia la sperimentazione.



Come manipoli la tua voce durante le registrazioni?

La voce è uno strumento intrinseco, molto dinamico. Un sacco di artisti, oggigiorno, la considerano secondaria rispetto alla musica. Io invece la penso esattamente all’opposto. La voce contiene un certo potere con il quale amo fare esperimenti, ma, allo stesso tempo, mi piace trattarla come un qualsiasi altro strumento. Farla passare attraverso un distorsore e darle del riverbero, così da elemento umano la trasformo in giocattolo elettronico. Nel corso dei miei studi personali sto cercando di suonare con la voce ed imparare a renderla elettrica senza alcun filtro esterno. Sarebbe l’ideale.


Come sei arrivata, con un background di musica classica, al genere di musica sperimentale che ora proponi sotto il nome Zola Jesus?

Sono cresciuta ascoltando post punk e no wave. Mio fratello è stato una grande influenza. Mi ha introdotto ai Residents, Diamanda Galas, Lydia Lunch e così via. Quella musica è la mia passione. C’è però una parte di me che apprezza anche le belle canzoni pop: tutti sono sensibili alla melodia. Quando ascolti una certa progressione di accordi che ti colpiscono, stanno lì le fondamenta della passione. “Maybe” delle Chantels, ad esempio… quella è una canzone che ti schiaffeggia con la melodia. Ora, il mio obiettivo è fondere le Chantels con Meredith Monk.


Hai appena citato le Chantels, quindi ti chiedo se ti piace qualche altro gruppo femminile dei sixties. Penso che in quegli anni, oltre ai capolavori garage, soul e jingle jangle, le all-female band abbiano contribuito a diffondere alcune delle migliori e più contagiose armonie della storia della musica. Basti pensare alle hit di Crystals, Shirelles, Angels e così via.

Oh, senza dubbio. L’intera era delle girl group è stata un vero fenomeno, dietro al quale però credo ci siano delle zone d’ombra, soprattutto per quanto concerne Phil Spector e la sfilza di giri loschi dietro ogni hit su Billboard… ma allo stesso tempo, queste ragazze rappresentarono una specie di liberazione femminista. Prima di quel periodo le donne nell’ambiente musicale raramente erano state considerate seriamente. Amo le Ronettes, le Shangri-La’s, le Supremes ed anche le Shaggs. Oh, e anche tutta la sfilza di Yeh-Yeh ladies francesi, sempre degli anni 60.

Pensi che essere una ragazza in qualche modo condizioni il modo in cui i tuoi ascoltatori si avvicinano alla tua musica?

Non ne sono sicura, ma presumo di sì. Trovarsi in una scena “maschio-centrica” è sempre molto difficile per una donna. Alcune persone apprezzano la musica proprio per la sua femminilità, ma talvolta questa cosa ci si ritorce contro. E’ molto difficile anche essere una ragazza all’interno della scena “punk” e non cantare in maniera tipicamente punk. E’ una comunità molto mascolina, quindi a volte è dura relazionarsi con l’audience.


C’è qualche artista femminile che ammiri particolarmente?

Mi piacciono moltissimo Diamanda Galas, Meredith Monk, Brigitte Fontaine, Kate Bush, Lydia Lunch… Proprio la notte scorsa ho suonato con Grouper e mi ha letteralmente sconvolto. Ammiro il suo lavoro.

Sul tuo Myspace è possibile ascoltare un incantevole brano intitolato "Sea talk". Verrà pubblicato presto? Puoi parlarmi delle uscite future di Zola Jesus?

“Sea Talk” sarà sul mio prossimo 12” su Tsar Bomba che uscirà per Troubleman Unlimited. Appena pubblicato inizierò a lavorare al mio album che dovrebbe vedere la luce nella seconda metà del 2009. Sto lavorando anche ad una cassetta assieme a Dead Luke, su Night People. Le canzoni che abbiamo registrato per questa release sono davvero fenomenali: Dead Luke è un musicista pieno di talento. Tra i miei piani a breve c’è anche una collaborazione con la Not Not Fun (etichetta che ha fatto uscire dischi di Pocahaunted, Ex Cocaine e tra poco anche Abe Vigoda. N.d.r.) Un sacco di roba, insomma! E’ un periodo molto eccitante.

Da dove viene il nome Zola Jesus? Zola ha qualcosa a che fare con lo scrittore francese? Scusa la domanda idiota, ma mia madre mi ha chiamato Emiliano proprio “in onore” ad Émile Zola. Eheheh.

Ci hai preso in pieno. Ricordo proprio l’istante preciso in cui lo scelsi. Era circa 6 anni fa. Mi trovavo in una libreria nella Dinkytown a Minneapolis. Era stupenda: c’erano libri ovunque e sembrava un labirinto. Stavo scartabellando tra i libri francesi e scoprii Zola per la prima volta. “Nana”, credo che fosse. Lo adorai. Alle superiori dicevo ai miei coetanei di chiamarmi Zola Jesus con la speranza di scioccarli, così che non avrebbero più cercato di parlare con me. Ottenni il risultato sperato e riuscii a fuggire da quel posto sana e salva.


Un’ultima cosa che probabilmente non ha nulla a che fare con la tua musica: qual è la tua opinione sulla recente elezione di Obama? Credi che qualcosa possa realmente cambiare in meglio, quantomeno a livello locale negli Stati Uniti?

Bè, ad essere sincera la politica mi provoca disgusto. Me ne interesso molto poco e non sopporto come viene esposta dai media. Detto questo, però, sono andata a votare. Sentivo che molto probabilmente sarebbe stata l’elezione più importante nella quale sarei mai stata coinvolta. Credo che le cose non cambieranno per un lungo tempo, dato che Obama ha un bel po’ di pulizia da fare. Non dubito però che il suo carisma possa dare almeno un po’ di sollievo al mondo intero.


Contatti:

http://www.myspace.com/zolajesus

http://www.sacredbonesrecords.com

http://www.myspace.com/diestasi


http://wnyu.org/2008-12-17_makeproduct
(Zola Jesus ospite a WNYO Radio: intervista, successiva a quella fatta da me, e molte canzoni ancora inedite)


domenica 30 novembre 2008

VOMITORY #18 - A volte ritornano, purtroppo



Sono trascorsi 5 mesi dall'ultima puntata di Vomitory, inspiegabilmente scaricata da più di 100 buon gustai.
Come direbbero un nasone ed un filosofo from the Sicily, "passano gli anni, i treni, i topi per le fogne", ma quello che non passa mai è la nausea per la cancrena che fa puzzare l'Italia.
Così, dopo viaggi, bombe esplose, bimbi nati, bimbi morti, vi invito a non respirare per circa un'oretta, in compagnia di musica bella e musica buona.

Scarica la puntata 18 (ora Vomitory può finalmente prendere la patente): http://www.mediafire.com/download.php?wdjuymlzzwy


Tracklist:

MAT64 - Vivace cantabile meno mosso (2008)

COPTIC TIMES - Through these eyes (2008)

POLICE & THIEVES - Exit strategy (2008)

CHRONIC SEIZURE - Stark reality (2008)

BILL BONDSMEN - Swallowed by the world (2008)

CHRISTMAS ISLAND - I don't care (2008)

WAVVES - Wavves (2008)

FABULOUS DIAMONDS - First album track (2008)

DEL-BYZANTEENS - Draft riot (1982)

A.H. KRAKEN - Black borny (2008)

MOVIE STAR JUNKIES - Run away from me (2008)

KRYSMOPOMPAS - Stadtspaziergange (2006)

MR. QUINTRON - Freedom (2008)

MAT64 - Pesante ma largamente sostenuto (2008)

sabato 15 novembre 2008

PULSE OUT, da Manhattan Beach con calore

(Vom) Una sola canzone e SBADABAM!... passano due ore e ci si rende conto, con il sorriso tra le labbra, che è sempre lo stesso album a girare incessantemente. I Pulse Out, fresco gruppo californiano, sono giunti in un momento in cui avevo bisogno di una culla sonora, una forza melodiosa che mi trattenesse dal commettere omicidi di massa. Giuro sul vostro dio preferito che, dal primo ascolto del loro demo, le mie mani non si sono ancora sporcate di sangue e per questo devo rendere grazie a questi quattro ragazzi e alla seconda traccia del cd, “Girls Give Girls A Bad Name”, che si canta così come si recita “Tre Tigri Contro Tre Tigri”. L’emisfero australe fa spesso capolino in queste nove tracce, ora vestito da ingenuità da indigeno, ora con giacca di pelle ornata di spille dei Toy Love e degli Hummingbirds (recuperate il loro “LoveBUZZ”, se vi volete bene). Il sapore è aspro e zuccherino come il succo troppo poco decantato degli Oranges Band.

Quello che importa è che una piccola opera del genere possa essere capace di provocare sbandate che monopolizzano stereo e fischiettii sotto alla doccia. Non importa gridare al miracolo, al genio, all’originalità, perché probabilmente in questo CD non troverete altro che venti minuti scarsi di piacevolezza. E di questi tempi, vi assicuro, male certo non fa. “It’s gonna be a beautiful day”. Ci credo poco, ma sotto sotto ci spero.

La chiacchierata itinerante con Jeff è stata fatta tra Manhattan Beach, Copenhagen e Uppsala, in Svezia.

Pulse Out

Da sinistra a destra: Miles (basso), Eric (batteria), Jeff (chitarra), Nima (vocals)

www.myspace.com/pulseout


Una preghiera scontata ma doverosa, essendo la vostra band molto giovane: introduci i Pulse Out agli ascoltatori di Vomitory.

Nima ed io abbiamo iniziato a suonare assieme lo scorso inverno, attorno al 31 dicembre. Ci conosciamo dai tempi delle superiori ed era da tempo che parlavamo di mettere su un gruppo. Lui cantava nei China Room, un gruppo che credo potresti definire “indie”. Io cazzeggiavo con varie hardcore bands, ma iniziavo ad annoiarmi. I Pulse Out non sono altro che il nostro tentativo di trovare un punto d’incontro.


Dopo avere ascoltato per due ore, ininterrottamente, il vostro disco, ti chiedo quanto tempo dovremo aspettare prima che esca un vostro prodotto ufficiale: un 7”, un album, le action figures? Qualche etichetta si è già fatta avanti?

No, non abbiamo avuto alcun contatto con etichette e sinceramente non so ancora bene quali siano i nostri piani a tale riguardo. Sono piuttosto ossessionato dal nostro song writing, dall’aspetto grafico e tutto ciò che ruota attorno a questo “progetto”. Pensavo di fondare un’etichetta per pubblicare la nostra roba… staremo a vedere. Dal mio punto di vista ritengo questo demo-cd una vera e propria “release”. Non avevamo le risorse per partorire un disco “ben prodotto”, ma ti assicuro che abbiamo dedicato moltissimi sforzi all’intero processo creativo. E comunque, perché preoccuparsi di firmare per una label o crearne una ex novo, quando molto semplicemente possiamo masterizzare i nostri CD e distribuirli come più ci pare?


L’aspetto che più mi ha colpito delle vostre canzoni è l’energia unita ad una delicatezza di fondo. Non siete molto distanti da alcuni lavori dei Go Betweens e l’atmosfera generale del disco ricorda alla lontana gli Hüsker Dü acustici e certe registrazioni casalinghe di Roky Erickson. Qual è il tuo rapporto con il lato meno distorto del pianeta rock?

Wow, ci hai accosti a nomi niente male! Gli Hüsker Dü sono in assoluto una delle mie band preferite, tanto che “Zen arcade” è stato uno dei pochi album che ho fatto ascoltare a Nima poco prima che iniziassimo a scrivere dei pezzi. Ovviamente però non siamo al loro livello! Tecnicamente parlando, usiamo chitarre elettriche, quindi non possiamo definirci “acustici”, anche se tendiamo a suonare abbastanza puliti. Il punk è stato il mio primo amore, ma, con l’eccezione di poche band, è soprattutto nelle sue filiazioni più periferiche che trovo un valore durevole nel tempo. Il proto-punk dei Velvet Underground e Modern Lovers, vari gruppi etichettati “post-punk”, e un sacco di gruppi power pop di metà anni 80, quasi sempre sottovalutati: questo è quello che più mi emoziona. Inoltre sono decisamente ossessionato dal “kiwi pop” (Spulciate il catalogo della neozelandese Flying Nun records, per farvi un’idea. N.d.Vom), gruppi come i The Clean, ad esempio, che mixano nel migliore dei modi possibili i generi che ho poc’anzi elencato.


Quando mi hai contattato per la prima volta mi dicesti che qualcuno vi aveva paragonato ai primi Wipers. Ok, i gusti e le opinioni sono estremamente personali, ma, tra le altre cose, mi pare che i Pulse Out siano molto più “solari” di qualsiasi cosa che Greg Sage abbia mai scritto in vita sua.

Ahahah, bè, sì. Un mio caro amico disse che gli ricordavamo i primi Wipers. Non so se sia vero, ma lo considero un complimento immenso! Se ascolti più attentamente le nostri canzoni ti accorgerai che non sono solari come pensi. Hanno a che fare principalmente con i dualismi della vita, e soprattutto le ragazze: ossessioni, amore, batticuore, cuori rotti, ansia… Ci sono brani che solo superficialmente suonano come semplici canzoni d’amore, ma, se le analizzi a fondo, realizzerai che sono frutto di sentimenti superintricati! Puoi testare ciò che ti ho detto ascoltando alcuni pezzi dei Violent Femmes, ad esempio. A questo punto potrei anche iniziare a spiegarti quanto mi piaccia il “twee pop”. Pensi dovrei vergognarmene? Ahahah!

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Assolutamente no: anche io sono un fan sfegatato di Softies, Beat Happening e compagnia bella. Va bene, ora cambiamo rotta. Voi venite dalla California, madre di alcune delle prime e più importanti band hardcore di tutti i tempi. In "Deep in every shadow" è evidente una notevole accelerazione rispetto alle altre canzoni del vostro disco, ti chiedo quindi se la parola hardcore è menzionata nel tuo curriculum vitae?

Bella domanda. Siamo cresciuti tutti nella baia a sud di Los Angeles. La SST aveva la propria sede proprio da quelle parti ed è la zona da cui venivano Black Flag, Minutemen, Descendents, Red Cross (più tardi Redd Kross), Last e molti altri. Sono certo che, anche se avessi iniziato a suonare con un progetto folk acustico, quei gruppi sarebbero in qualche modo riusciti ad avere una notevole influenza su di me! Appena fondati i Pulse Out, il nostro piano era quello di mettere in piedi una punk rock band tout court, e poi, con il passare del tempo, farla evolvere in qualcosa di maggiormente complesso, un po’ come fecero i Red Cross. Alla fine però ci siamo naturalmente avvicinati a sonorità più melodiche e ricche d’atmosfera. "Deep In Every Shadow" è in pratica l’unico scampolo rimasto della prima versione dei Pulse Out. Il tempo della batteria l’abbiamo preso in prestito da una canzone dei Black Flag.


Negli ultimi anni sempre più gruppi punk/garage sono apertamente influenzati dal post punk: sembra che la no wave e la new wave non sia più un taboo, anzi... Sempre più, tra le influenze, compaiono nomi come Scritti Politti ed XTC, ad esempio, cosa che negli anni 90 sarebbe stata liquidata con un beffardo “arty = farty”. Credi che ci sia una sorta di rinascimento punk, un ampliamento degli orizzonti musicali nella scena oppure sono io che enfatizzo il tutto ed ho una percezione alterata?

Questa domanda è bella tosta e non credo di essere la persona più adatta a dare una risposta. Vedo però che qui negli States molte band influenzate dal punk stanno guadagnando un largo seguito anche al di fuori del circuito strettamente underground, ad esempio No Age e Jay Reatard, ma non so se ciò significhi necessariamente che gli hardcorers/punks siano più aperti nei confronti di altri generi musicali. Senza dubbio ora i fans dell’indie rock sono maggiormente attratti dal punk rock rispetto a tempo fa, ma non chiedermene il motivo. Piuttosto ci terrei a far notare una cosa molto strana, ovvero che i punk hanno sempre ascoltato musica molto differente da quella che erano soliti creare: Joey Ramone era fanatico del 60’s pop (anche se in effetti ciò è riscontrabile nelle melodie dei Ramones), Johnny Rotten era un esteta e le sue influenze jazz e reggae divennero palesi con i PIL, Greg Ginn amava i Grateful Dead! In fondo penso che il punk rock sia di dominio dei soli adolescenti e si sa che loro sono sempre i più dogmatici.


George Pringle è sicuramente molto bella, ma come mai le avete addirittura dedicato una canzone, “George Pringle, I Love You, But You’re Bringing Me Down”? E’ famosa negli U.S.A.?

Ahahah, famosa? No, qui non è famosa nè lei nè la nostra canzone. Non so nemmeno se i nostri amici sappiano chi sia... è probabile che pensino sia un personaggio inventato! L’ho ascoltata per la prima volta un anno fa e mi colpì molto la sua musica ed i suoi bellissimi testi. All’epoca non avevo idea di che aspetto avesse ed inoltre “possedevo” un suo solo mp3. Ascoltando alcune sue canzoni puoi capire quanto sia intelligente, introspettiva ed anche intelligente. Quando poi vidi delle sue foto on-line scoprii che è anche bella da togliere il fiato. Dalla mia prospettiva lei è “la ragazza perfetta”. La canzone che le ho dedicato fondamentalmente esprime la mia adorazione per lei, ma lamento anche l’idea che conoscerla meglio forse me la farebbe amare di meno. E’ un’illusione di perfezione! Avevo pensato di spedirle la canzone ma la cosa mi spaventa…

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Qual è stata la molla che ha fatto nascere in te la voglia di dedicarti alla musica e non, ad esempio, al backgammon o al bungee jumping?

Ho iniziato a suonare la chitarra a 12 anni, ma non sono neanche lontanamente bravo quanto vorrei. Non sono mai stato come quei ragazzi che stanno seduti per ore a cercare di imparare un assolo o che passano pomeriggi a fare jam. Implorai i miei genitori di regalarmi una chitarra a Natale, e praticamente fondai una band non appena scoprii come pizzicare le corde. I power chords arrivarono più tardi e sto ancora cercando di capire come si fanno gli accordi in tonalità maggiore. I Green Day sono stati il gruppo che mi ha fatto venire voglia di suonare la chitarra. Era l’estate/autunno del 1994, avevo 11 anni, non avevo ancora avuto alcun contatto con la cosiddetta “musica indipendente”, “Dookie” era appena uscito… Quando vidi quei video su MTV (credo che il primo sia stato “Longview”) diventai matto. Quello fu il mio ingresso nel mondo del punk rock. Nel giro di un anno alcuni ragazzi più grandi di me mi portarono in un negozio dalle parti del quartiere in cui vivevo. Comprai “New day rising” degli Hüsker Dü in vinile (un mio amico prese “Zen arcade”, così potevamo scambiarceli) ed un cd del primo disco dei Pennywise ad un dollaro. Cominciò tutto così.


Credi che senza i “problemi” derivanti dall’universo femminile, di cui hai parlato poco fa, la vostra musica sarebbe differente?

Ci sono un mucchio di cose che mi ispirano: a volte ho un concetto che voglio trasporre in canzone, altre volte ho solo una melodia o una frase attorno alla quale costruisco un brano. Scrivo le canzoni come se fossero una conversazione con il pubblico. Mi piace che ci sia confronto e scambio di idee, ed è per questo che le interviste possono essere anche così belle. Non ho voglia di suonare in una band politica e cantare “Pensa così, fai colà!”. Paradossalmente sono molto più ispirato da libri, film ed arte, piuttosto che dalla musica. “Ask the dust” di Fante è il mio libro preferito e credo tu possa trovare molti punti in comune tra i Pulse Out ed il suo stile. Comunque, vabbè, tornando a bomba alla domanda, sì, se non avessimo avuto così tanti problemi con le ragazze, i Pulse Out sarebbero stati molto diversi.


Suonate spesso dal vivo?

Siamo una band giovane ma cerchiamo di suonare il più possibile. Appena tornerò a casa (all’epoca si trovava in Svezia N.d.Vom) mi aspettano vari show in sud California. Stiamo pianificando dei weekend tours per quest’inverno, e ci piacerebbe fare un tour molto più esteso in primavera. Nima ed io suoniamo molto per strada, in versione acustica. Mi diverte molto perché, come ti dicevo prima, è un dialogo aperto con gli spettatori.

pulseout_flyer

C’è qualche band che ti senti di raccomandarci?

Gli Ofersures ed i Pistol Pistol, della nostra stessa zona, sono entrambi grandi band. Stili molto differenti, ma che comunque ben si amalgamano tra di loro.


Vorrei concludere questa nostra chiacchierata parlando di pop, visto che tu ne sei un grande estimatore! Ti sei avvicinato al pop negli ultimi anni oppure ne sei sempre andato ghiotto? Negli ultimi due numeri di Bam! abbiamo intervistato band come The Go, Buddy Love, Rubinoos, Incredible Kidda Band, ecc. Quali sono i tuoi gruppi power pop preferiti?

Emi, queste domande sono vastissime!!! Credo che nel mio cuore ci sia sempre stato spazio per il pop. “Pop” però è un termine così pieno di sfaccettature… per quanto riguarda il power pop, lo amo nella sua interezza! Amo in particola modo la prima ondata di punk band con una marcata vena pop, come Buzzcocks, Boys ed Undertones. Da circa un annetto invece mi sono avvicinato di più alle cose di metà anni 80. Tra i miei preferiti ci sono i Plimsouls, gli Shivvers ed i Let’s Active. Per non dimenticare poi i Feelies e gli Embarrassment.


Qui potete ascoltare 6 brani del loro cd/demo oppure ordinarlo direttamente, che è molto meglio: www.myspace.com/pulseout

lunedì 30 giugno 2008

VOMITORY #17 - Musica fresca per vincere la calura!




Dopo una pausa piuttosto lunga, con l'ausilio di una cedrata gelata, ho trovato la forza per registrare una nuova puntata.

I deliri che avete modo d'ascoltare sono in gran parte dovuti alla temperatura equatoriale in cui mi trovo a vivere.

A questo giro presento un bel po' di novità discografiche. C'è tanto panc, c'è tanto rocccck. Venghino, siori e siore!


SCARICATE CLICCANDO QUI: http://www.mediafire.com/?yxkmnmuou13


Tracklist:

PETER SARSTEDT - Where do you go to (my lovely) (1969)

THE INMATES - Ode to Henk & Noel / On the dots (2008)

DARVOCETS - John Titor (2008)

BEAR PROOF SUIT - Past tension (2008)

SEX VID - Always home (2008)

SUMMER CAMP DISEASE - Dirty laundry (2008)

KIM PHUC - Constant heart attack (2008)

THE YOUNG OFFENDERS - Hard life (2008)

THE YOUNG OFFENDERS - Follow (2007)

THE ESTRANGED - Sacred decay (2008)

THE MARVELLOUS DARLINGS - I don't wanna go the party (2008)

THE BLACK AND WHITES - That girl ain't no good (2008)

JAY REATARD - Painted shut (2008)

FACTORYMEN - Factoryman (2008)

ANTARES - So what ('bout our r'n'r)? (2008)

GLI ILLUMINATI - Gloria (2008)

lunedì 26 maggio 2008

VOMITORY #16 - Din don campanòn!



Fra' Martino,
Campanaro,
Dormi tu?
Dormi tu?
Suona le campane,
Suona le campane,
Din, don, dan,
Din, don, dan.


Puoi ascoltare campane a morto e campane a festa cliccando QUI!


Tracklist:

BLACK SABBATH -
Black sabbath (1970)

AC/DC -
Hell's bells (1980)

BATHORY -
Raise the dead (1984)

SIOUXIE & THE BANSHEES -
Playground twist (1979)

DEAD CAN DANCE -
Chant of the paladin (1988)

OZZY OSBOURNE -
Centre of eternity (1983)

BOB B. SOX & THE BLUE JEANS -
The bells of St. Mary (1963)

DEATH TOKEN -
Death toll / Where's the anarchy? (2004)
THEY MIGHT BE GIANTS -
New York City (1996)

DAMIEN JURADO - Waters Ave. S. (1997)

NEIL YOUNG -
A man needs a maid (1972)

METALLICA -
For whom the bell tolls (1984)

ERIC BURDON & THE ANIMALS -
We love you Lil (1968)

lunedì 12 maggio 2008

VOMITORY #15 - Grano + antistaminici = T.N.T.



Dopo quasi un mese d'assenza, uscito indenne da sfighe titaniche ed imbottito di antistaminici (maledetta primavera), ritorno con un VOMITORY agreste e spichedelico (con la S all'inizio, proprio come dice mia nonna!).

Tra folk nebbioso e spiritosi pic-nic in campagna!

Scarica la puntata cliccando QUI!


Tracklist:

SNAKE FLOWER II - I woke up in a dream (2008)

THE WAR ON DRUGS - Taking the farm (2008)

TIMES NEW VIKING - Teen drama (2008)

SIC ALPS - Message from the law (2007)

GAYE BLADES - Don't get married (2007)

THE DUTCHESS AND THE DUKE - Reservoir park (2007)

PINK REASON - Throw it away (2007)

KITES - Something about America (2005)

KURT VILE - Don't get cute (2008)

PALACE BROTHERS - I send my love to you (1994)

BIG BLOOD + THE GROVE - In the shade (2007)

THE BARBARAS - Flow (2008)

DANSETTEN - Traffic (2006)

lunedì 14 aprile 2008

VOMITORY #14 - I don't wanna hear it...



"Shut your fucking mouth
I don't care what you say
You keep talking
Talking everyday
First you're telling stories
Then you're telling lies
When the fuck
Are you gonna realize"



Puntata post elettorale, grondante scoramento e disprezzo per la stirpe italica.
Nonostante il forte senso di nausea, la musica mi rincuora.
In questa puntata vi presento un sacco di novità, dal power-pop punk dei
Julie Ocean al black metal dei Midnight. Ce n'è per quasi tutti i gusti.

Amore a pochi, morte a molti.

Buon ascolto


Scarica la puntata cliccando
--->QUI!<---


Playlist:


ELSA MERLINI - Fatti una fischiatina (192?/193?)

MIDNIGHT - Black rock and roll (2008)

SUMMER CAMP DISEASE - She's in fashism (2008)

THE DOTS - Automatic transmission (2008)

NITAD - Pengaproblem (2007)

MASSHYSTERI - Tvivel (2008)

LIBYANS - Welcome to the neighborhood (2008)

JAY REATARD - Sreaming hand (2008)

LASER GEYSER - Dust tiger (2007)

JULIE OCEAN - At the appointed hour (2008)

THE YOLKS - I do what I do (2008)

SO COW - Meun Geun Yeong (2007)

HAUNTED HOUSE - Chandaliers (200?)

CATATONIC YOUTH - I've had it (2008)

DIET COLA - Sick modern (2007)

PAILHEAD - I will refuse (1988)

venerdì 28 marzo 2008

VOMITORY #13 - Novità dal sottosuolo




Dopo alcune puntate in cui a farla da padrone erano canzoni del passato, ho pensato che fosse giusto proporvi un po' di novità: dischi in uscita, recentemente pubblicati oppure che hanno visto la luce nel 2007 ma che nessuno si è filato.

Roba che difficilmente potreste ascoltare altrove: dal punk pop degli Stiletto Boys all'ultracore dei White Load passando per il synth-boogie degli Cheveu.

Scaricate la nuovissima puntata CLICCANDO QUI!



Tracklist:

THE STILETTO BOYS - Cannon fodder (2007/2008)

THOMAS FUNCTION - Winter grey (2008)

BABY SHAKES - Tell me now (2008)

VENA CAVA - This bike is a pipe dream (2008)

THE ARRIVALS - You make me a creep (2007)

LYBIAN HIT SQUAD - Orlando, Fl (2008)

WHITE LOAD - I wanna burn / Fuck hams (2008)

THE DIRTBOMBS - Wreck my flow (2008)

DAILY VOID - Mechanical teeth (2007)

TV GHOST - Babel (2008)

THE TERRIBLE TWOS - Rebel rerun (2008)

CHEVEU - Clara Venus (2006/2008)

BLANK DOGS - Ants (2008)

PSYCHEDELIC HORSESHIT - New wave hippies (2007)

HEX DISPENSERS - Lose my cool (2007)

TORCHE - Pirana (2008)

venerdì 14 marzo 2008

VOMITORY #12 - Squilli di lusso




Well
I just want to say: lately I smile all day

Lately I'm never down
lately I never frown.
At home or in the car
don't matter where you are

Don't wanna be alone
you just pick up the phone
Hello, fantasy hotline?
What's your credit card number?
69667113
"Your phone number?" "7 51-61 77"
What's your fantasy?
I just wanna speak to a very hot one
"We'll call you back"

Sex over the phone - You know I like it
Sex over the phone - You know I need it
Sex over the phone - Come on and give it to me baby
Sex over the phone

(Village People, 1985)


DOWNLOAD HERE
--->DRIIIIIIN!<--- (Mediafire)

OR HERE --->DRIIIN!<--- (Fileden)



Tracklist:

THE CHROMATICS - The telephone call (2007) - INTRO

TOM WAITS
- Telephone call from Istanbul (1987)

THE JAM - Girl on the phone (1979)

SUZANNE FELLINI - Love on the phone (1980)

THE PORK DUKES - Telephone masturbator (1978)

DORY PREVIN - Obscene phone call (1974)

FANTOZZI - Accento svedese (1980)

TIRZAN - Interferenze da Bisceglie (1982)

X - Your phone's off the hook, but you're not (1980)

LOU REED - New York telephone conversation (1972)

THE HEARTBREAKERS - Get off the phone (1977)

NOTWIST - Pick up the phone (2002)

GOO GOO DOLLS - Disconnected (1995)

BEACH BOYS - Have to phone ya (1976)

LOVE - The red telephone (1967)

ALLEN GINSBERG - I'm a victim of telephones (1968?)

DOMENICO MODUGNO - Piange il telefono (1974)


martedì 4 marzo 2008

VOMITORY #11 - Gemelli diversi




Cover ed originali a braccetto. Nient'altro da aggiungere.



Scaricate QUI!

Oppure da SENDSPACE



Tracklist:


GUN CLUB - Sex beat (1981)

CIRCO FANTASMA - Sex beat (2005)

SLY & THE FAMILY STONE - Underdog (1975)

DIRTBOMBS - Underdog (2001)

WIPERS - Telepathic love (1980)

NATION OF ULYSSES - Telepathic love (1993)

LULU - The boat that I row (1967)

THE SUBMARINE RACES - The boat that I row (2006)

DURAN DURAN - Rio (1982)

NIP DRIVERS - Rio (1985)

DWARVES - Drugstore (1990)

JUNKYARD DOGS - Drugstore (1994)

WIRE - The 15th (1979)

ANGRY ANGLES - The 15th (2006)

TAMMY WYNETTE - Stand by your man (1969)

WENDY & LEMMY - Stand by your man (1982)

MARLENE DIETRICH - Wenn ich mir was wünschen dürfte (1931)

THE DEAD BROTHERS - Marlene (2006)



giovedì 28 febbraio 2008

VOMITORY #10 - Pink turns to blue


Image copyright © 1980 Kathy Chapman


Il decimo appuntamento di Vomitory mi è parso doveroso dedicarlo idealmente al gruppo che più ha segnato la mia storia di amante della musica, ovvero gli Hüsker Dü.
Questa non è una puntata propriamente tematica; a tenere assieme i vari gruppi che vi propongo è più che altro una mia idea romantica che si regge in piedi grazie a ricordi e rimandi assolutamente personali e che custodisco gelosamente.
Se alla fine della puntata crederete di avere colto il filo che unisce emotivamente tutte queste band, allora significa che abbiamo, o potremmo avere in futuro, una storia comune.



Scarica la puntata QUI!

Oppure QUA!



PLAYLIST:


H
üSKER Dü - Something I learned today (1984)

REPLACEMENTS
- We're coming out (1984)

MOVING TARGETS - Nothing changes (1986)

JONES VERY - Straight time (1991 )

SHUDDER TO THINK - A vampire's proposal (1989)

VOLCANO SUNS - White elephant (1986)

TREEPEOPLE - Something vicious for tomorrow (1992)

SINKHOLE - Tumble mat (1995)

MARSHES - Cave (1995)

SHADES APART - September burns (1995)

JAWBOX - Savory (1994)

VENA CAVA - Amethyst & roses (2006)
(ERRATA CORRIGE: Ho erroneamente parlato dell'uscita di un disco nuovo; in realtà si tratta di una ristampa in vinile del loro disco d'esordio!)

SICK SICK BIRDS - Marathon monk (2007)

THE FUSES - Twice as far half as fast (2004)

sabato 23 febbraio 2008

VOMITORY #9 - Rama Lama Ding Dong

I'd like to thank the guy who wrote the song
that made my baby fall in love with me...
Who put the bomp in the bomp-a-bomp-a-bomp
Who put the ram in the ram-a-lam-a-ding-dong
Who put the bop in the bop-she-bop-she-bop
Who put the dip in the dip-de-dip-de-dip
Who was that man, I'd like to shake his hand
He made my baby fall in love with me (yeah!)
When my baby heard bomp-bomp-a-bomp-a-bomp-bo-bomp-bomp
Every word went right into her heart
And when she heard them singing ram-a-lama-lama-lama-lama-ding-dong
She said we'd never have to part


Scaricate la puntata QUI!

Oppure QUO!


Playlist:

THE ADOLESCENTS - California son (2005)

BLACK MARKET BABY - Killing time (1983)

NAKED RAYGUN - The Way Its Supposed to Be (1997)

DEAD ENDS - Rage (1985)

D.R.I. - Couch slouch (1984)

D.R.I. - The five year plan (1987)

ROT SHIT - Power-pop (2008)

WARBRINGER - Total war (2008)

SHEER TERROR - A tale of Moran (1995)

THE VISCOUNTS - Who put the Bomp (1961)

COMBO DE LA MUERTE - Breakin' the law (2008)


giovedì 14 febbraio 2008

VOMITORY #8 - A caso e alla cazzo



In giorni in cui non si distingue più il confine tra i papaboys ed i punkrockers; in giorni in cui i preti se la prendono quando vedono qualcuno scopare in piedi; in giorni in cui la finanziaria sta complicando la vita a chi lavora come me negli enti pubblici... è in questi giorni che mi rendo conto che o mando affanculo tutto e tutti oppure chiudo gli occhi e proseguo a tentoni, affidandomi alla buona sorte.

Tra il brano di Paul Warren e quello dei The Fools c'è un minuto di silenzio da interpretare come volete. Fill in the blank!



TRACCIALISTA

M.I.A. - California dreaming (1987)

THE PRINCIPLES - U.S.A. 423 (1980)

HOT WATER - Get lost (1979)

PAUL WARREN - One of the kids (1980)

--- UN MINUTO DI SILENZIO ---

THE FOOLS - Night out (1980)

CHEAP TRICK - Perfect stranger (2006)

THE DOTS - It comes to erode (2007)

SOFT PINK TRUTH - Homosexual (2004)


lunedì 21 gennaio 2008

VOMITORY #7 - Una prosciutto e funghi con tanti tanti funghi!



A volte i sogni sono rivelatori, come i cuori, altre volte non vogliono dire un'emerita minchia.
Nella fattispecie, il sogno che mi ha fatto partorire questa nuova puntata deve essere la conseguenza di visioni aliene su di un grande schermo, miste a grandi quantità di birra e kebab. Ne consegue che il Future Film Festival, se accompagnato da salse piccanti e luppolo fermentato, fa bene alla mente.
In giorni in cui non distinguo l'allucinazione dalla notizia di cronaca politica, anche il martello insanguinato di Rocky Erickson ha un che di rassicurante.
Decenni di deriva stanno esplodendo sotto i miei occhi: i sacchi dell'immondizia che soffocano i campani sono la nostra stessa merda, l'incapacità assoluta di guardare ed ascoltare oltre.
L'acido può essere un sollievo in mezzo a questo tanfo ignorante.

La presa della pastiglia: VOMITORY #7

Altra opzione su Mediafire: QUI!


Tracklist:

ROCKY ERICKSON - Bloody hammer (1981)

BRIAN WILSON SHOCK TREATMENT - Time takes time (2008)

OMNIA OPERA - Space bastard (1993)

DANAVA - By the mark (2006)

MONSTER MAGNET - Tractor (1998)

BABY WOODROSE - Chemical buzz (2006)

BAKER KNIGHT & THE NIGHTMARES - Hallucinations (1967)

THE ILLUMINATI - Casual surveillance (2006)

BLACK LIPS - Navajo (2007)

LEE HAZLEWOOD - Hey, cowboy (1970)

OS LOBOS - Avenida central (1971)


martedì 8 gennaio 2008

VOMITORY #6 - "Potere ai piccoli!"


I bambini bisognerebbe mangiarli anche a colazione, soprattutto quelli dotati di un talento del quale noi siamo ancora in attesa.


Bimbomix: UN, DUE, TRE... STELLA!
oppure CARTA, SASSO, FORBICI!
altrimenti 37, DONNA CON LE TETTE!



Tracklist:

MARC BOLAN AND T-REX - Children Of The Revolution (1972)


USAGI TO KAA (La lepre e la tartaruga) - Lato B (1958)


ENNIO MORRICONE ed il Coro dellle voci bianche - Chi l'ha vista morire? (1972)



THE SHAGGS - Who are parents (1969)



JR AND HIS SOULETTES
- Momma Love Tequilla (1971)



NANCY DUPREE'S GHETTO REALITY - Frankenstein (1970)
NANCY DUPREE'S GHETTO REALITY - James Brown (1970)



CHRISTMAS at CPH - Oh come all ye faithfull (197?)



LANGLEY SCHOOLS MUSIC PROJECT - Space oddity (1976)



THE ROLLING SCABS - Were the Scabs (1988)



MAD SOCIETY - Napalm (1981)
MAD SOCIETY - Terminally ill (1981)



EYEBALL SKELETON - Eyeball skeleton (2005)



HUMAN SKAB - Dead baby blues (1987)
HUMAN SKAB - Mining the radiation pt. 2 (1987)

venerdì 4 gennaio 2008

VOMITORY #5 - "Una preoccupante crisi di valori"


Anno nuovo, puntata raffazzonata alla bene e meglio.
Non c'è nulla da festeggiare. L'immondizia rimane ammassata nella scena musicale così come nelle strade campane.
C'è chi invoca l'esercito, il fuoco purificatore, mentre io spererei in una più sana presa di coscienza.
L'unico bombardamento che potrebbe avere effetti positivi sarebbe quello a base di libri e buona musica.
Se poi neanche quello dovesse sortire alcun effetto, allora che la Morte se li porti!

L'odio è sempre vivo.


Cliccacliccaclicca: VOMITORY - Puntata 5

Tracklist:

- THE CRAWLERS - I've met cooler hippies

- THE CRAWLERS - Evil tithes

- WRANGLER BRUTES - Shankd

- DEATH TOKEN - Where's the anarchy

- MARGARET THRASHER - Anti reverence anthem

- PRESS GANG - Broken glass

- BIG BALLS & THE GREAT WHITE IDIOT - Hang yourself (from an apple tree)

- BILLY BAO - Give them virus

- MAC BLACKOUT - The bitter babies

- THE BETTER BEATLES - Lady Madonna

- NOTHING PEOPLE - Army of ideal

- BLANK DOGS - Two months

- ALTRO - Federico

- DISCIPLINATHA - Nazioni


NOTA BENE: A causa di un inconveniente tecnico, il brano dei Death Token è stato interrotto da quello delle Margaret Thrasher. Sucate!